DOMANDE PAG. 477 E 478

 1.  Il tempo non ha una propria realtà anche facendo astrazione dal modo in cui le cose vengono percepite dal soggetto.

2. Il tempo è la modalità con cui vengono intuiti e ordinati gli sati interiori e le varie rappresentazioni, i quali sono colti sempre secondo la successione del prima e del poi.

3. Perché il tempo è il modo universale con cui percepiamo tutti gli oggetti, esterni e interni ; infatti, i dati del senso esterno giungono a noi unicamente attraverso il senso interno e quindi sono anch'essi organizzati attraverso la forma a priori della temporalità.

4. Kant sostiene che il tempo "non ha nessuna figura" , in quanto esso non può essere una determinazione di fenomeni esterni: non appartiene dunque né a luoghi né alla figura.

5. Il tempo non è una proprietà oggettiva del mondo esterno, ma piuttosto una condizione soggettiva dell'esperienza. È una struttura fondamentale della nostra coscienza che ci permette di percepire il cambiamento, la successione degli eventi e la durata.

478.

  1.  L'io penso deve accompagnare la rappresentazioni affinché queste siano organizzate in un'esperienza coerente.
  2. Kant esclude l'esistenza di un "me stesso variopinto" in relazione alle varie rappresentazioni perché per lui l'unità del sé non è data dalle molteplici e mutevoli rappresentazioni che possiamo avere, ma piuttosto dalle condizioni a priori della conoscenza e dall'attività sintetica della mente.
  3. L'appercezione empirica si riferisce alla coscienza che abbiamo delle nostre esperienze concrete e degli oggetti che percepiamo, mentre quella pura è la consapevolezza di sé che precede e rende possibile ogni esperienza, e che fornisce l'unità e la coerenza necessarie per l'esperienza stessa.

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